Tasso fisso o variabile? Ecco quale mutuo scegliere

Tasso fisso o variabile? La scelta dipende da vari fattori. Andiamo a vedere quali sono e cosa conviene fare.

Se anche tu stai per acquistare la tua prima casa tramite un mutuo, sicuramente ti sarai trovato dinnanzi ad un dilemma importante: scegliere un mutuo a tasso fisso o variabile? Non si tratta di una scelta marginale. Il mutuo è un finanziamento a medio-lungo termine. Spesso, può durare anche più di venti anni.

Sia per il beneficiario del mutuo sia per l’ente erogante, può essere difficile fare delle previsioni rispetto ad un orizzonte temporale così lungo. Del resto, l’andamento dei tassi sui mutui dipende anche e soprattutto da fattori socioeconomici. Immaginare cosa possa accadere nel futuro non è affatto semplice.

Andiamo, dunque, a vedere quali sono i fattori da considerare prima di scegliere tra mutuo a tasso fisso e tasso variabile.

Reddito personale

Una prima considerazione va fatta sul reddito personale del mutuatario o dei mutuatari. Per coloro che possono vantare un reddito mensile fisso (come, ad esempio, i dipendenti pubblici e statali), che difficilmente potrà subire oscillazioni nel corso degli anni, la scelta del tasso fisso potrebbe essere la migliore. Garantisce una maggiore serenità e sembra mettere al riparo dalle oscillazioni del tasso variabile nel medio-lungo periodo.

Discorso diverso, invece, per gli imprenditori, o comunque per tutti coloro il cui reddito cambia a seconda dei livelli di produzione e di performance che si riescono a raggiungere. In questo caso, il tasso variabile potrebbe andare bene.

Del resto, bisogna considerare che i tassi d’interesse tendono ad aumentare nelle fasi positive per l’economia e ad abbassarsi in quelle negative o congiunturali. Tendenzialmente, l’imprenditore pagherà un tasso più alto in quelle fasi in cui produrrà anche performance migliori ed un tasso più basso nelle fasi in cui i fatturati potrebbero diminuire.

Condizioni di mercato

Chiaramente, non si può accendere un mutuo senza dare un’occhiata alle condizioni proposte dal mercato. Negli ultimi anni, i tassi si sono attestati su livelli molto bassi. Infatti, abbiamo fatto molta fatica a riprenderci dalla crisi economica del 2009.

Negli ultimi due anni, con l’esplosione della pandemia Covid-19, la situazione è ulteriormente peggiorata. Non è un caso che i tassi d’interesse sui mutui abbiano raggiunto il minimo storico in varie occasioni. Le attuali incertezze sul fronte delle relazioni e degli equilibri internazionali potrebbero rappresentare un ulteriore freno alla crescita dei tassi, quantomeno nel breve periodo.

È importante sapere che il tasso fisso è ancorato all’Eurirs (Euro Interest Rate Swap), tasso d’interesse definito dalla Federazione Bancaria Europea. Il tasso variabile dipende, invece, dall’Euribor. Si tratta di un tasso interbancario che viene comunicato giornalmente.

Sia il tasso fisso che quello variabile vengono aggiornati quotidianamente. Per quanto riguarda l’Euribor, esso va ad influire direttamente sull’importo della rata mensile. Diverso, invece, è il discorso dell’Eurirs. Infatti, i movimenti giornalieri del tasso fisso non hanno un impatto sulla rata mensile ma il loro valore è preso come riferimento per il giorno esatto in cui si accende il mutuo.

Quando si sottoscrive un mutuo, la prima parte del piano di ammortamento si fonda prevalentemente sul rimborso della quota degli interessi. Di contro, la seconda parte concerne il rimborso della quota capitale.

Di conseguenza, sarebbe importante, per chi scegliere il mutuo a tasso variabile, poter usufruire di un tasso basso nei primi anni successivi all’accensione del mutuo.

Infatti, qualora i tassi dovessero aumentare nella seconda parte del piano di ammortamento, l’impatto sulle rate potrebbe essere veramente esiguo e, dunque, non in grado di destare preoccupazione.

Condizioni bancarie

Terzo fattore (non per importanza) da considerare prima di scegliere il tasso fisso o il variabile riguarda le condizioni bancarie.

Se le condizioni sono sostanzialmente identiche tra le due tipologie di tassi, bisognerà verificare le differenze di tasso d’interesse applicate dall’istituto di credito. Negli ultimi anni, si è registrata una differenza davvero minima tra tasso fisso e variabile.

Tasso fisso o variabile: cosa conviene fare in questo momento

In questo preciso momento storico, il tasso fisso potrebbe essere più conveniente. È vero che i valori di tasso fisso e variabile sono entrambi prossimi allo zero e che il tasso fisso è un po’ più alto del variabile, ma avere la certezza di un tasso basso per 15, 20 o più anni è un vantaggio importante.

Poiché veniamo già da diversi anni di un andamento al ribasso dei tassi d’interesse, è facile prevedere prima o poi una risalita degli stessi, aspetto che porterebbe alla crescita del tasso variabile e, presumibilmente, a rate mensili più alte.

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