La cessione del quinto dello stipendio può essere concessa anche ai protestati? Te lo anticipiamo subito. La risposta è positiva. Scopri il perché.
La cessione del quinto dello stipendio è una tipologia di finanziamento che permette di accedere ad un prestito a condizioni molto agevolate.
Il vantaggio sta soprattutto nella metodologia utilizzata per la restituzione delle rate. Il beneficiario non deve occuparsi in prima persona del pagamento della rata. Sarà, infatti, il datore di lavoro e l’ente pensionistico a trattenere dallo stipendio o dalla pensione un importo pari ad un quinto dello stipendio/pensione.
La particolare caratteristica di questo finanziamento è quella di essere accessibile anche a soggetti protestati.
Come accedere alla cessione del quinto dello stipendio anche se si è protestati
Magari, in passato ti è capitato di non riuscire a pagare una o più rate di un vecchio finanziamento. Purtroppo, il mancato pagamento di una rata comporta la segnalazione del tuo nominativo nella banca dati della Centrale Rischi.
La cessione del quinto dello stipendio ai protestati è una strada percorribile per chi, pur essendo protestato, vuole accedere ad un prestito.
Del resto, la cessione del quinto si caratterizza per una garanzia molto forte che è, per l’appunto, quella reddituale.
Se sei un dipendente statale o pubblico avrai ottime chance di ottenere il prestito anche se sei protestato.
Se sei un dipendente privato molto dipenderà anche dal profilo dell’azienda che ti ha assunto, dal tipo di contratto con cui sei stato inquadrato e da quanti anni lavori in quell’azienda.
Polizza assicurativa
Ad ulteriore garanzia sia per la banca erogante che per il cliente, la cessione del quinto comporta anche la sottoscrizione di una polizza assicurativa. Essa tutela la banca dal rischio di morte o di perdita del lavoro da parte del beneficiario.
Se la cessione è richiesta da un dipendente privato, la compagnia assicurativa potrebbe verificare la sussistenza di alcuni elementi in seno all’azienda in cui il soggetto lavora, come ad esempio la forma societaria o il numero di dipendenti.
Inoltre, si guarderà anche all’anzianità lavorativa del soggetto. Una maggiore anzianità lavorativa significa un più elevato TFR accumulato e una migliore garanzia anche per l’istituto erogante.