Secondo Lockdown: e-commerce in crescita del 32%

Anche nel secondo lockdown si è registrata una forte crescita degli acquisti sugli e-commerce. Cosa accadrà al termine della pandemia?

Come sono cambiate le abitudini di consumo degli italiani durante il secondo lockdown? La risposta arriva da uno studio di N26 che rivela che sempre più italiani si stanno affidando agli e-commerce e ai pagamenti digitali per acquistare in sicurezza. Il trend era emerso già nella scorsa primavera e difficilmente si arresterà, anche al termine della pandemia.

Rispetto al periodo antecedente il secondo lockdown, si è registrata una crescita degli acquisti sui siti di e-commerce del 32%. Segno più anche per il numero totale di transazioni online (+21%), in particolare nella fascia d’età compresa tra i 25 ed i 34 anni (crescita del 22%).

Da sottolineare la crescita del 64% del numero di acquisti sugli e-commerce in confronto allo stesso numero di giorni nel corso del primo lockdown. Su quest’ultimo dato hanno probabilmente inciso anche eventi come il Black Friday ed il Cyber Monday.

Sempre più donne scelgono gli e-commerce per gli acquisti. Si registra, in tal senso, un aumento del del volume degli acquisti online del 35% e una crescita del 25% del numero di transazioni. -1% e +6% erano, invece, le percentuali registrate nel primo lockdown, rispettivamente per il volume di acquisti online e per il numero di transazioni.

Di notevole interesse il fatto che anche la categoria degli Over 65 cominci a guardare con occhi differenti al commercio elettronico. I dati confermano un aumento del volume degli acquisti online del 24% ed una crescita nel numero totale delle transazioni sui siti e-commerce del 18%.

In calo del 12% il numero dei prelievi effettuati presso gli sportelli bancomat. I top merchant che maggiormente hanno beneficiato degli acquisti digitali degli italiani si confermano le catene di alimentare, le piattaforme di shopping online come Amazon e AliExpress, i servizi di food delivery come Deliveroo e Glovo e i siti di streaming ed intrattenimento come Netflix e Spotify.

I comparti più in difficoltà rimangono il settore viaggi, trasporti pubblici e servizi per la mobilità urbana.

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