Come funziona un prestito personale

Come funziona un prestito personale? Quali sono i requisiti da possedere per richiederlo? Scoprilo all’interno dell’articolo

Il prestito personale è una forma di finanziamento concessa ad un soggetto da un istituto di credito o da una società autorizzata. Il beneficiario del prestito si impegna a restituire entro un determinato arco di tempo la somma ricevuta ad un tasso d’interesse prestabilito.

Perché chiedere un prestito personale

Sono diversi i motivi alla base della scelta di richiedere un prestito personale. Di solito, si richiede questa forma di finanziamento per:

  • Acquisto di un bene di consumo;
  • Ristrutturazione di un’abitazione;
  • Avere a disposizione una somma di liquidità.

Chi può chiedere un prestito personale

Un prestito personale può essere chiesto da tutti i cittadini, con un’età compresa tra i 18 ed i 70 anni. Non ci sono particolari distinzioni tra cittadini italiani e stranieri. In quest’ultimo caso ciò che conta è la presenza di un regolare e valido permesso di soggiorno. E’ necessario, inoltre, sempre per i cittadini stranieri, essere residenti in Italia da almeno un anno, prima di poter richiedere un prestito personale.

L’importo del finanziamento

E’ possibile chiedere un finanziamento per un importo variabile tra € 5.000,00 e € 35.000,00 rimborsabili in rate costanti, la cui durata massima è di 120 mesi.

Le rate

Le rate del finanziamento non sono soggette a mutazione. Sono, dunque, costanti, con un tasso prefissato. L’obiettivo è di infondere sicurezza al cliente lungo tutta la durata del finanziamento. L’importo verrà scelto da te nel momento in cui verrà sottoscritto il contratto.

Documenti per prestito personale

Ci sono alcuni documenti per prestito personale dai quali non si può prescindere. Questi sono:

  • Documento d’identità valido
  • Codice Fiscale
  • Ultimo documento di reddito

Per quanto concerne l’ultimo documento di reddito, è necessario procedere ad una ulteriore distinzione. Se a chiedere il prestito è un lavoratore dipendente allora l’ultimo documento di reddito sarà l’ultima busta paga. Se la richiesta viene effettuata da un lavoratore autonomo allora bisogna utilizzare il modello unico. Infine, in caso di richiesta di prestito da parte di un pensionato è necessario presentare il cedolino della pensione oppure le ricevute dei pagamenti INPS.

Garante prestito personale: quando si rende necessario

A cosa serve il garante prestito personale? Tale figura si rende indispensabile quando si vuole ottenere un prestito di un importo abbastanza elevato. La presenza di un garante consente di ottenere un prestito personale anche quando non sono presenti tutti i requisiti previsti dall’ente finanziatore.

Ovviamente, anche il garante deve soddisfare alcuni requisiti. In primis, deve avere un reddito che sia rapportabile all’ammontare del finanziamento e della rata. In secundis, è importante non essere protestati e non aver avuto segnalazioni nelle centrali rischi.

Come rimborsare il prestito personale

Esistono diverse opportunità per rimborsare il prestito personale. E’ possibile scegliere la modalità di pagamento RID he consiste nell’addebito automatico su conto corrente, presso qualsiasi Banca presente in Italia.

La modalità di pagamento RID è da considerare la più sicura e comoda. Tale strumento, infatti, garantisce l’immediata registrazione del pagamento. In più, il pagamento RID consente di non incappare in problemi logistici, come errori, ritardi e dimenticanze.

Non solo pagamento in RID. E’ possibile utilizzare come strumento di pagamento anche i Bollettini Postali. Il Bollettino Postale, già compilato, viene allegato ad ogni estratto conto per poi essere spedito direttamente a casa.

Il contratto di prestito

Il contratto di prestito include le condizioni secondo cui l’istituto di credito o la società autorizzata concedono denaro ad un soggetto. Quest’ultimo si impegna a restituire la somma ricevuta in un certo arco temporale attraverso il versamento di determinate rate.

Affinché sia valido, il contratto di prestito deve essere sottoscritto da entrambe le parti. La banca o la società autorizzata che concede il prestito è tenuta ad indicare in modo preciso le condizioni stabilite nell’offerta. Il cliente, dall’altra parte, deve impegnarsi a restituire la cifra nei tempi e nelle modalità stabilite.

Gli elementi che non devono mai mancare in un contratto di prestito sono:

  • Tipo di finanziamento
  • Precisa indicazione sia della somma concessa che delle modalità dell’erogazione
  • TAEG (Tasso Annuale Effettivo Globale)
  • Tasso di interesse adoperato
  • Tutti i costi da sostenere che non rientrano nel TAEG
  • L’importo, la quantità totale e la scadenza delle rate

Il consiglio che ti diamo è di leggere con attenzione quanto contenuto nel contratto. Esiste, infatti, la possibilità che le condizioni stabilite nel contratto di prestito possano cambiare nel corso del tempo. Non ci dovrebbero, però, essere variazioni nel tasso di interesse. Il tasso può essere modificato se, e soltanto se, il contratto lo stabilisce.

Che cos’è il TAEG

Il Tasso Effettivo Annuo Globale (TAEG) rappresenta il costo effettivo che il cliente dovrà sostenere per il prestito ricevuto. Il tasso viene indicato in termini percentuali. Il TAEG comprende, dunque, oneri e costi accessori nonché gli interessi. Si tratta di un indicatore molto importante, probabilmente quello da monitorare in via prioritaria prima di optare per una determinata offerta a discapito di un’altra.

Che cos’è il TAN

Il TAN (Tasso Annuale Nominale), anch’esso espresso in termini percentuali, è un indicatore che, su base annua, si applica al capitale finanziato e che consente di calcolare la quota di interesse che spetta all’ente erogatore e che consentirà di determinare l’importo della rata da rimborsare.

Il TAN rappresenta un indicatore comunque importante quando si tratta di valutare un’offerta di prestito. E’ meno rilevante rispetto al TAEG semplicemente perché quest’ultimo comprende anche gli eventuali oneri accessori che gravano sul cliente.

Mancata concessione di un prestito personale

Possono verificarsi casi in cui un prestito personale non viene concesso. La mancata concessione di un prestito personale avviene, principalmente, quando un soggetto dimostra di non avere la capacità di rimborsare la somma che vorrebbe ottenere in prestito.

Si tratta, dunque, di problematiche che si riferiscono alla documentazione consegnata all’istituto di credito o alla società autorizzata. Ad un soggetto potrebbe essere rifiutata la concessione del prestito se ha già sottoscritto altri finanziamenti i quali impatterebbero per più di un terzo sul suo reddito.

Un istituto di credito o una società potrebbero non concedere il prestito se il soggetto richiedente ha un passato da “cattivo pagatore”. A tal proposito, esistono delle banche dati che gli istituti possono utilizzare per valutare l’effettiva capacità del cliente di rimborsare il prestito. Va chiarito che l’inclusione in una banca dati può essere effettuata solo se il cliente ne viene informato e presta il suo consenso.

Mancato pagamento di una rata

Ti starai chiedendo cosa accade nel caso di mancato pagamento di una rata. E’ giusto che tu sappia che l’istituto di credito erogatore potrà aumentare gli interessi andando ad applicare una mora. Inoltre, se il prestito è intestato a te verrai segnalato agli enti che si occupano di tutela del credito.

La cosa migliore da fare nel caso in cui ti dovessi rendere conto di avere problemi nella restituzione di una rata è mettersi in contatto con l’ente erogatore. L’istituto potrebbe, infatti, proporti diverse soluzioni, al fine di salvaguardare il prestito e gli interessi di ambo le parti.

Condizioni per il recesso

Nulla ti vieta di recedere dal contratto di prestito personale che hai stipulato. Sappi sin da subito, però, che potrai farlo nelle condizioni previste dalla legge, ovvero entro 14 giorni dalla stipula del contratto. In tal caso, non sarai tenuto a chiedere né ottenere il consenso della banca.

L’uscita dal contratto entro 14 giorni dalla stipula è totalmente gratuita. Nessuno, infine, potrà obbligarti a motivare la tua scelta. L’importante è che, entro i 14 giorni, il cliente comunichi la sua decisione alla banca. Dovrà farlo nei modi stabiliti dal contratto.

Condizioni per l’estinzione anticipata

Mettiamo il caso che tu abbia intenzione di estinguere anticipatamente il prestito. La legge prevede che tu possa farlo senza alcun problema. Se opterai per questa scelta dovrai rimborsare all’istituto erogatore la somma residuale spettante all’ente, nonché ulteriori somme ed interessi maturati nel momento in cui avviene l’estinzione.

Al fine di fornirti informazioni precise e corrette, aggiungiamo che esiste una penale per chi decide di effettuare l’estinzione anticipata. Se uscirai dal contratto quando manca più di un anno alla sua scadenza originaria allora la penale ammonterà all’1% dell’importo rimborsato anticipatamente. La penale si abbassa allo 0,5% per contratti la cui scadenza è inferiore o pari ad un anno.

Ricordiamo, inoltre, che la penale non può essere applicata se il cliente rimborsa in anticipo l’intera cifra residua. Il soggetto che riceve il prestito non può ricevere penali per importi rimborsati in anticipo corrispondenti ad una cifra pari o superiore a € 10.000.

Come tutelarti in caso di eventi imprevedibili

Si può immaginare il futuro ma prevederlo è impossibile. Di conseguenza, sia l’ente erogatore che il soggetto beneficiario devono tutelarsi a fronte di eventi non imputabili alla rispettiva volontà. E’ possibile, dunque, stipulare polizze assicurative che vanno a proteggere il cliente, nel caso in cui si verifichino eventi del tipo:

  • Perdita del posto di lavoro
  • Gravi malattie
  • Invalidità o inabilità totale
  • Ricovero ospedaliero
  • Morte
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